venerdì 6 agosto 2010

TERRA - 4 giugno 2010 recensione di Sovvertire il diluvio



IL LIBRO. I ricercatori, protagonisti per tre mesi dell’occupazione sul tetto dell’Istituto in segno di protesta, si trasformano in personaggi letterari nel racconto "Sovvertire il diluvio" della scrittrice Isabella Borghese.
I ricercatori dell’Ispra, protagonisti dell’occupazione sul tetto dell’Istituto, andata avanti per 59 giorni tra novembre 2009 e gennaio 2010 e diventata una delle lotte per il lavoro più visibili degli ultimi anni, ora diventano anche personaggi letterari.

E' infatti in uscita in questi giorni, nelle librerie, il racconto della scrittrice romana Isabella Borghese dal titolo “Sovvertire il diluvio”: pubblicato dal piccolo editore palermitano “diciottoetrenta”, racconta la storia dei due mesi passati sul tetto di via Casalotti, proprio in un periodo nel quale tra i lavoratori dell’Ispra si torna a respirare aria di mobilitazione.


La breve opera racconta l’ultima parte dell’occupazione, partendo dal periodo immediatamente precedente al periodo di Natale per arrivare fino all’accordo stipulato col protocollo d’intesa del 20 gennaio di quest’anno. Dentro ci sono le parole d’ordine dei precari, per prima “non sparate alla ricerca”, ma soprattutto le impressioni di questi giovani, uomini e donne che il loro Paese costringe ancora ad autodefinirsi “ragazzi”, nonostante siano quasi tutti oltre i trent’anni e qualcuno abbia superato i quaranta.

Ci sono le loro speranze più o meno deluse, lacrime e risate, le rabbie, entusiasmi e frustrazioni di stare «sotto le telecamere ventiquattro ore su ventiquattro a prendere pioggia e freddo», come dice Andrea, uno dei precari “immaginari”. C’è la preparazione dell’albero di Natale, i film notturni e la presenza, fondamentale, di politici e giornalisti.


Il libro potrebbe essere il primo di una serie di progetti editoriali previsti nei prossimi mesi, a dimostrazione di quanto la radicalità della battaglia all’Ispra abbia colpito un certo immaginario. Ma i precari dell’Ispra ricominciano anche a mobilitarsi, contro gli ultimi provvedimenti del governo e della struttura commissariale che da ormai due anni gestisce l’Istituto. In particolare, il blocco del turnover e degli stipendi contenuto nella manovra finanziaria rischia di cancellare la possibilità di un’assunzione a tempo indeterminato, almeno per i prossimi anni, mentre il taglio ai fondi dei dipartimenti deciso dai vertici dell’Istituto, insieme alla disapplicazione quasi totale del protocollo, mette a rischio il posto di lavoro per i molti che scadono alla fine di quest’anno.

Per questo, nelle varie sedi Ispra si ricomincia a parlare di azioni forti imminenti: nei giorni scorsi c’è stato un presidio indetto dai sindacati confederali alla sede del ministero dell’Ambiente (dicastero vigilante sull’Ispra) concluso con l’incontro con alcuni funzionari di via Cristoforo Colombo, che hanno promesso “di riferire tutto” a Stefania Prestigiacomo, evitando però di prendere alcun impegno. Promette battaglia anche il sindacato di base Usi Rdb, l’unico presente sul tetto, che ha annunciato una “combattiva” assemblea per il 7 giugno. Insomma, tra finzione letteraria e mobilitazione reale, i precari tornano a far parlare di se e chissà per quanto ancora lo faranno.

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