giovedì 10 marzo 2011

IO DOMANI NON POSSO SCIOPERARE, I. Borghese


Domani io non posso scioperare!
Di quello che ero fino a pochi anni so bene poco, né mi interessa più.
Una psicoterapia durata più di cinque anni mi ha lasciato tanta confusione, molte dimenticanze sul mio passato, ma ho anche molta lucidità, consapevolezza e voglia di esserci come sono e come mi desiderano gli altri.
Gli altri che si sono affezionati anche a Rose.
Guardo gli statini dei mie esami universitari e a mala pena ricordo di aver dato persino quelle materie. Risfoglio quei libri per ristudiare, per ricordare quello che sia giusto non abbandonare del tutto ma riscoprire. Questo deve interessare solo me, però. Interessare solo me che oggi ci sono, presente come voglio, come devo, come non potrei essere diversamente. Mai più. Per me stessa e per gli altri.
Conosco persone che vivono avendo come fine unico portare uno stipendio a casa a fine mese, senza alcun interesse per il lavoro in se stesso.
Io appartengo a quella schiera di uomini e donne, pazze o solo appassionate, di certo numerose, che vivono più di passioni che di lavoro.
Appassionarmi alla scrittura è un amore nato con me o almeno da quando ho imparato a leggere e scrivere.
Dev'essere stato così forte sin da quando non ero che una bambina che questo non l'ho potuto dimenticare. No. Mai.
In questi anni, negli ultimi tre in particolare, trovare un lavoro è stato quasi pari alla possibilità di vincere all'enalotto. L'unica differenza è che se solo vi avessi mai giocato e se avessi mai vinto, i soldi guadagnati non sarerebbero mai stati i compensi di un qualsiasi lavoro precario, a progetto, senza ferie pagate, senza malattie, senza nulla che possa permettere a un lavoratore di assicurarsi neanche il futuro. Parlo del futuro più prossimo. Anche del mese che segue questo.
Lavorare non è più un diritto, ma lo fanno passare come un'eccezione. Questo non è un paese per chi vuole lavorare.
Questo è il paese in cui il bunga bunga ha non solo denigrato e indignato tutte le donne che faticano ogni giorno per arrivare a fine mese, ma se possibile ha fatto anche passare la notizia che per avere i soldi, i soldi? Milioni di euro in tasca, macchine, case è sufficiente, sfruttare il proprio corpo. Questo è il paese in cui per farti ascoltare ormai devi salire sui tetti, manifestare per anni, aspettare che una donna venga violentata nell'ex ambasciata somala per sgomberarla quando da tempo vivevano lì dentro in condizioni pietose. E Roma, non è Lei la capitale? Eterna eppure così contraddittoria. Ed è proprio qui che poi sembra risolutivo o anche da pagina di un quotidiano accendere le luci del Colosseo dopo una settimane di violenze sulle donne. L'Italia che strizza l'occhio ai più furbi e l'Italia del "meglio domani che oggi".
L'Italia delle apparenze. L'Italia che spreca i soldi per accendere le luci del monumento dopo una violenza, per "dare un segnale" ma quegli stessi soldi potevano essere investiti diversamente. Per il necessario. Ciò che oggi è davvero indispenabile. E' l'Italia delle bandiere fuori dalla finestra per i centocinquant'anni dall'Unità. Tutto questo oggi rasenta il ridicolo.
L'Italia che non si vergogna. L'Italia che predica e strilla contro Berlusconi come se al governo ci fosse andato da solo.
L'Italia che se vai a Trans si scandalizza, ma poi ci va di nascosto. L'Italia che le puttane non le vuole in strada, ma nel letto sì e ci fa festa. E per dargli un tono poi le chiama escort. L'Italia che non accetta ciò che esiste con l'uomo senza far male a nessuno: quale puttana ha fatto mai male? quale trans? persone che per la maggior parte se fanno male fanno male a se stessi.
L'Italia che se ti dichiari omosessuale sembri venire ancora da un altro mondo perché ti ci spediscono persino se ti vuoi sposare. E che ancora parla dei dichiararsi come se alla nasciata uno si dovesse dichiarare etero o bisex, omosessuale...
l'Italia che se vai in Chiesa i preti si battono il petto e predicano, ma se vai a ballare la notte, li puoi incontrare a petto nudo a giocare a incularella. Ma predicano altro. Questo è il problema: il predicare. Non i gusti personali dell'essere umano su cui, sinceramente, non ho nulla da dire.
L'Italia che non rispetta i ruoli né permette agli uomini di avere una vita privata.
L'Italia più provincia che Pease.
L'Italia che è una penisola e oggi fa acqua da quasi tutte le parti.
L'Italia in cui avere un lavoro dovrebbe farci sentire liberi di manifestare e di scioperare... Eppure IO DOMANI NON POSSO SCIOPERARE. Perché? Perché stamattina causa affollamento metro e servizi decisamente poco efficienti non ho potuto raggiungere la mia postazione di lavoro. E il mio contratto prevede un compenso giornaliero solo se lavoro, altrimenti non percepisco nulla. E se oggi non ci sono stata NON posso concedermi la LIBERTA' di mancare domani, perché con uno stipendio medio part time mi devo mantenere ringraziando, chi oggi, non mi fa pagare l'affitto, per generosità. E perché i soldi che percepirò domani mi saranno utili per manenere viva la mia passione e proseguire un progetto e altri che non faranno il mio lavoro, ma restano il senso primo e fondamentale della mia vita.
E vivere deve avere un senso per tutti. Scoprirlo e cercare di non lasciarlo morire perché il nostra paese non ci ama e non si prende cura dei suoi cittadini, è un dovere verso se stessi, poi verso gli altri.
IO DOMANI NON POSSO SCIOPERARE. E' vero. Sarò una voce fuori dal coro. Sarò una voce che andrà per conto suo. Eppure vivo nella convinzione che ogni donna o uomo può togliersi la maschera della vergogna e vestirsi di dignità e responsabilità verso se stesso e di conseguenza verso gli altri anche se prende una scelta differente.
IO DOMANI NON POSSO SCIOPERARE perché non amo il mio lavoro ma profondamente la mia passione.
Per ricostruire in grande bisogna partire dal basso.
Per rinascere come si deve bisogna prima morire.
Per andare verso gli altri e con gli altri si può anche mostrare e confessare di essere su un'altra strada assicurando tuttavia che l'obiettivo sia lo stesso per tutti.
L'Italia e Me.
Lei, un Paese che sta rinascendo femmina accompagnata da uomini che la appoggiano e la sostengono.
E io, che devo imparare a non vergognarmi per il mio passato dimenticato, ma a rispettarmi per quello che sono oggi. E andare avanti.
IO DOMANI NON POSSO SCIOPERARE, MA L'HO FATTO OGGI.
Come se ci sarò!

Isabella Borghese
10-03-2011